L’area corrispondente all’attuale parco del Padrongianus, e più in generale la piana circostante il fiume, offrirono sin dalla Preistoria condizioni ideali per la vita dei gruppi umani locali.
La fertile piana era adatta per lo sfruttamento agricolo, le acque del golfo e l’area della foce offrivano invece buone risorse per la pesca e la raccolta di molluschi.
Le testimonianze archeologiche principali risalgono all’età nuragica, con un discreto numero di nuraghi e insediamenti concentrati soprattutto nella parte occidentale della piana, in particolare lungo il corso del fiume. La maggior parte di essi è oggi perduta o in stato di degrado.
L’unico esempio ancora visibile, seppure soltanto in parte, è il nuraghe Torra.
Vista la presenza di nuraghi posti a controllo del fiume e del golfo, è possibile che la foce del Padrongianus costituisse in età nuragica uno dei principali approdi di Olbia e, in caso di navigabilità del fiume, un’importante via d’accesso verso l’entroterra.
Nell’area il Panedda localizza anche i resti di una possibile fortificazione preistorica in località “Sa Chidade”. I resti di muraglia che circondavano la cima del piccolo rilievo potrebbero esser stati parte di una cima fortificata prenuragica.